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5 Gennaio 2022

Sfide del cambiamento climatico: la crescita agricola sostenibile come strategia di resilienza

Priorità e politiche di crescita secondo il rapporto GAP 2021

Sapevi che su oltre 200.000 specie di piante commestibili a fornire il 90% del cibo che consumiamo sono meno di 20? Le ragioni delle monocolture intensive non sono da ricercarsi tanto nella capacità di queste specie vegetali di resistere alle variazioni climatiche, quanto nella loro resa elevata. Le moderne varietà ibride sono vulnerabili alle alte temperature, alle ripetute siccità e alle inondazioni che nel panorama del climate change stanno diventando la norma. Al tempo stesso, per crescere sane e forti possono richiedere quantità di additivi chimici anche notevoli, causando costi elevati dal punto di vista economico e ambientale.

Mentre tutti i riflettori sono puntati sui leader mondiali e sulle loro ricette per affrontare la questione critica del cambiamento climatico, gli agricoltori in tutto il mondo hanno bisogno di soluzioni concrete, efficaci e applicabili nell’immediato. Come aumentare la resilienza delle colture? Quali strategie attuare per contrastare la fame nel mondo (che secondo la FAO è un problema che oggi interessa già 690 milioni di persone)? Come prepararsi a nutrire la popolazione mondiale, che si stima raggiungerà i 9,7 miliardi nel 2050?

A partire dall’articolo di Victoria Balfour e Max Esterhuizen (“Farming in a warming world & Strengthening the climate for sostenibile”), vogliamo dare alcuni spunti di riflessione e delineare possibili percorsi per azioni future.

Cambiamento climatico e tassi di crescita in diverse aree

Secondo il rapporto GAP 2021, il cambiamento climatico causato dall’uomo avrebbe avuto un notevole impatto sulla produttività agricola globale. Si stima che nei 40 anni successivi al 1961 la crescita sarebbe diminuita del 21% a livello globale, con picchi del -34% nelle regioni più aride dell’Africa e dell’America Latina.

  • I più robusti tassi di crescita della TFP (produttività totale dei fattori) si registrano nei paesi a reddito medio, tra cui India, Cina, Brasile e nei paesi dell’ex Unione Sovietica, che continuano a mantenersi saldamente al di sopra dell’obiettivo dell’indice GAP.
  • Nei paesi a reddito basso la crescita della produzione agricola va a discapito della biodiversità: pratiche come la distruzione di foreste e praterie e il cambiamento dell’uso del suolo per farne terre da coltivazione e da pascolo causano un tasso di crescita della TFP negativo (-0,31% annuo, in diminuzione dallo 0,58% nel 2020).
  • Anche nei paesi ad alto reddito, compresi quelli di Europa e Nord America, la crescita della TFP è poco più che modesta. Negli Stati Uniti e in Canada, l’aumento della produttività si traduce nella maggior produzione di colture, bestiame e prodotti dell’acquacoltura. Al contrario, in UE la crescita della produzione è minima poiché la maggior efficienza viene impiegata per liberare terra e risorse dalle necessità della produzione agricola.

Adattamento ai cambiamenti climatici e protezione dei mezzi di sussistenza sono le sfide più immediate e cruciali per moltissimi produttori, qualunque sia la dimensione delle loro aziende agricole e ovunque si trovino nel mondo. A questo punto è importante capire come ottimizzare l’efficienza e il potenziale produttivo di piccole e grandi aziende agricole migliorandone capacità produttiva, conoscenze agronomiche e valore di mercato.

Dalla produttività alla resilienza: l’importanza della diversità

Dopo la Rivoluzione Verde degli anni ’60 il mondo si è concentrato su un numero sempre minore di raccolti, con grano, mais e riso in cima alla lista dei cibi più consumati. Se sulla carta l’uniformità delle colture presenta vantaggi in termini di velocità di crescita, quantità e qualità del raccolto, nella realtà questa strategia presenta diversi punti deboli:

  • Queste colture di base hanno alte rese ma sono suscettibili a malattie associate all’innalzamento delle temperature, alle ripetute siccità e alle inondazioni sempre più frequenti con il cambiamento climatico.
  • Le varietà ibride piantate come monocolture hanno elevati costi ambientali ed economici a causa degli elevati input chimici che richiedono per mantenersi sane e forti.

Oltre alle sfide del mondo post-pandemico, i leader mondiali hanno il difficile compito di indicare strategie per contrastare la fame del mondo e sfamare una popolazione mondiale in continua crescita. L’obiettivo di produrre il 70% di cibo in più rispetto ad oggi può e deve essere raggiunto anche attraverso il taglio degli sprechi alimentari, ma non può prescindere dal contrasto al cambiamento climatico.

Strategie di crescita agricola sostenibile: come reagire alle sfide del climate change

La mitigazione del cambiamento climatico è – o dovrebbe essere – in cima alla nostra lista di priorità. Ma siccità, inondazioni, parassiti, salinizzazione del suolo e altri eventi meteorologici estremi sono già qui, insieme alle malattie legate al cambiamento climatico. In questa corsa contro il tempo, chi non si adatta potrebbe trovarsi dalla parte dei perdenti. La domanda è: come possono reagire in modo efficace gli agricoltori? Il rapporto GAP 2021 ha identificato sei strategie e politiche di crescita agricola sostenibile applicabili a tutte le scale di produzione:

  1. Investire in ricerca, sviluppo ed espansione: per ogni dollaro investito in ricerca e sviluppo pubblici, si ha un ritorno dieci volte maggiore in termini di sicurezza alimentare, sostenibilità e crescita economica.
  2. Lavorare sulle tecnologie basate sulla scienza per dare ai produttori gli strumenti per prepararsi e riprendersi da epidemie di parassiti e malattie, eventi meteorologici estremi e fluttuazioni del mercato.
  3. Migliorare la diffusione delle informazioni e l’efficienza delle infrastrutture fisiche e finanziarie per garantire ai produttori un accesso equo e conveniente ai mercati, facilitando la crescita economica.
  4. Supportare le partnership pubblico-privato come forma di trasferimento di tecnologie e conoscenze rilevanti dal punto di vista ambientale e sociale ai produttori.
  5. Migliorare sistemi e servizi per il commercio di frutta e verdura al duplice scopo di generare reddito per i produttori aumentando l’accesso dei consumatori a cibi nutrienti.
  6. Ridurre le perdite post-raccolto e gli sprechi alimentari per aumentare la disponibilità di cibo, abbassare i prezzi del cibo e sostenere ecosistemi sani.

Secondo Ann Steensland, leader dell’iniziativa GAP e autrice del rapporto GAP, l’applicazione di queste politiche potrebbe aiutare i produttori di tutte le scale a massimizzare il loro potenziale produttivo in modo sostenibile. Cambiare le priorità di investimento, accrescendo la produttività di fronte al cambiamento climatico è un compito arduo ma non differibile che investe la maggior parte degli agricoltori del mondo. Il momento di agire è adesso.